giovedì 24 dicembre 2009

Capo Sant'Elia: scavi per recupero Tempio di Astarte ericina

Capo Sant'Elia: scavi per recupero Tempio di Astarte ericina
Melina Luesu
martedì, 25 ottobre 2005 Sardegna Oggi

Fra un mese inizieranno i lavori di recupero e scavo archeologico del capo di sant'Elia a Cagliari. L'iniziativa – illustrata stamane in conferenza stampa – è stata finanziata per intero dal Comune del capoluogo e vuole non solo restituire la zona ai cittadini, ma permettere che vengano alla luce numerosi reperti, di cui si ha notizia. Fino ad oggi, sottolinea l'archeologa Simonetta Angiolillo, non è stata effettuata nessuna indagine archeologica. Degno di attenzione il ritrovamento di alcuni resti che fanno presupporre la presenza di un Tempio dedicato alla Dea Astarte ericina, risalente al III secolo a.c..


CAGLIARI - Ancora un mese e finalmente verranno avviati i lavori di scavo archeologico nell'area di Capo Sant'Elia a Cagliari. Un intervento che si snoda fra “il rilancio della zona” ed il “recupero dei resti” del Tempio dedicato ad Astarte ericina, risalente al III secolo a.c..

Scalpitano gli archeologi bramosi “di offrire un contributo di conoscenza alla cittadinanza” glossa la Prof.ssa Simonetta Angiolillo , responsabile dei lavori insieme al dr. Alfonso Stiglitz. “Capo Sant'Elia” continua l'archeologa “non è mai stata scavata, sebbene ci siano notizie di alcuni ritrovamenti”. Nel 1870 , infatti, Filippo Nissardi trovò un iscrizione su una pietra, dedicata alla dea Astare ericina, nel “residuo di un muro che trovasi in cima al Capo Sant'Elia in vicinanza alla torre dello stesso nome” scriveva.


Iscrizione risalente al periodo fenicio-punico, è considerata come voto privato alla Dea, il che fa presupporre la presenza di un Tempio a lei dedicato. Sono stati segnalati altri rinvenimenti, come un pezzo di decorazione architettonica, tracce di un mosaico, di un bronzetto risalente all'età Romana. “Ci aspettiamo” prosegue la Prof.ssa di “trovare strutture e materiali in buone condizioni, grazie anche alla assenza di attività edilizia che avrebbe potuto deturpare la zona”. Il cantiere sarà aperto nello spazio circostante la Torre Pisana, con particolare riguardo ai ruderi della Chiesetta di San'Elia, ai resti murari e alle due cisterne. Sarà eseguita la pulizia della zona soggetta allo scavo.


Si tratta del primo cantiere archeologico per la cui realizzazione è stato di fondamentale importanza il finanziamento dell'amministrazione comunale, 75 mila euro , la disponibilità della Marina Militare – la zona è di sua proprietà – e dal Dipartimento di scienze archeologiche e storico artistiche dell'Università di Cagliari – che curerà gli scavi. L'indagine sarà eseguita attraverso il sistema della Concessione, previsto dal Codice dei beni culturali, avviato su iniziativa della Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari ed Oristano.

“Un intervento” - concordano il sindaco Emilio Floris e l'assessore comunale alla Cultura Giorgio Pellegrini presenti alla conferenza stampa di presentazione di inizio lavori - “come nuova proiezione della città, con un sito interessante culturalmente e da un punto di vista naturalistico”. Ai lavori parteciperanno, oltre a due esperti, un assistente di cantiere e quattro operai, parteciperanno anche una sessantina di studenti del Dipartimento.