martedì 8 dicembre 2009

Serapide e la Diana degli Efesini

Serapide e la Diana degli Efesini


J. W. Goethe

GRANDE È LA DIANA DEGLI EFESINI
Atti degli apostoli 19, 28


A Efeso un orefice, seduto
nella sua bottega, batteva
nel modo migliore, senza un attimo
di sosta, con tutta l'arte che aveva.

Da ragazzo e giovane si inginocchiava un tempo
davanti al trono della dea, nel tempio.

E il cinto della dea sotto il petto
con la lima, fedelmente, aveva rifatto,
il cinto dove hanno ricetto tante
bestie, seguendo l'ordine di suo padre;
e portava il suo zelo d'artista
in azione devota per tutta la vita.

E d'improvviso vociare lui sente
dalla strada un turbine di gente:
ci sarebbe un dio nel cervello, proprio
lì, dietro la sciocca fronte dell'uomo,
più sovrano dell'essere dove leggiamo
quanto il potere divino sia vasto.

Il vecchio artista ascolta, non altro,
manda il suo ragazzo al mercato,
cervi e animali lima senza fine
per adornare le ginocchia divine,
e spera che la sorte lo possa aiutare
ad esprimerla in degne sembianze.

Ma se altri la pensa diversamente,
si regoli pure a suo piacere;
solo al mestiere non faccia torto,
se no finirà male, nello scorno.