"abile ed eloquente nelle parole e prudente e civile nei fatti. Il resto della città l'amava e l'onorava eccezionalmente....Così accadde una volta che Cirillo, vescovo della fazione opposta, passando di fronte alla casa di Ipazia, vide che c'era un grande spintonamento contro le porte, 'di uomini e cavalli insieme', alcuni che si avvicinavano, alcuni che se ne andavano, alcuni che stavano in disparte. Quando chiese che folla fosse quella e quale fosse il tumulto alla casa, sentì da quelli che lo seguivano che la filosofa Ipazia stava parlando e che era la sua casa. Quando seppe questo, la sua anima fu morsa dall'invidia, così che immediatamente complottò la sua morte, la più empiamente di tutte le morti. Perché, come uscì come al solito, molti uomini feroci, strettamente accalcati, veramente spregevoli, che non temevano né l'occhio degli dei né la vendetta degli uomini, uccisero la filosofa, infliggendo questa gravissima contaminazione e vergogna sulla loro patria."
Suda (Y166)