giovedì 27 marzo 2014

sabato 1 marzo 2014

Ingegneria dei greci e dei romani

Carmelo G. Malacrino 
Ingegneria dei greci e dei romani.
 Il Tempio di Artemide a Efeso costruito dall’architetto Chersifrone nel VI secolo a.C., il grande Mausoleo di Alicarnasso voluto dal re Mausolo due secoli dopo, il Faro di Alessandria progettato da Dinocrate con i suoi oltre 100 metri di altezza, il Colosso di Rodi che nel III secolo monumentalizzava il porto della città greca. Tutte queste realizzazioni, entrate a far parte delle sette meraviglie del mondo antico, sono il frutto di secoli di sperimentazioni tecniche e ingegneristiche, che portarono a grandi progressi nelle realizzazioni architettoniche. Fondazioni realizzate per stabilizzare edifici di dimensioni gigantesche su terreni a volte instabili, sistemi per il sollevamento di enormi conci lapidei, pesanti varie tonnellate, lo sviluppo nei metodi di realizzazione di coperture sempre più monumentali, metodi per scavare gallerie e canalizzazioni sotterranee, procedure per approvvigionare d’acqua città lontane dalle fonti idriche sono solo alcune delle soluzioni escogitate dagli architetti greci e tramandateci dagli scrittori antichi, dalle iscrizioni o ricercate nelle indagini archeologiche. Insomma, i Greci si trovarono ad affrontare numerosi problemi architettonici per rispondere alle necessità sempre crescenti delle poleis e dei ricchi committenti privati. I Romani, dal canto loro, da un lato subirono l’influsso delle grandi creazioni greche e microasiatiche, dall’altro svilupparono tecniche e metodi costruttivi propri, primi fra tutti l’opus caementicium. Il suo impiego permise nuove conquiste spaziali, con la realizzazione di coperture voltate che, come nel caso del Pantheon, restarono ineguagliate per molti secoli. Nuovi progressi si fecero in età romana nel campo della costruzione delle strade, degli acquedotti, nell’erezione di monumentali edifici termali e di ninfei decorati la cui realizzazione spesso oltrepassava la mera funzionalità e assumeva il significato di status per le città che li conteneva. Pp. 214, formato grande, completamente illustrato, cop. rigida con sovracop. Arsenale, 2013. Euro 39,00

ma Renovata Resurgat. Il Tradizionalismo Romano tra Ottocento e Novecento

Fabrizio Giorgio. – Roma Renovata Resurgat. Il Tradizionalismo Romano tra Ottocento e Novecento. Due volumi. L'8 novembre del 392 l'imperatore Teodosio I emanò un editto che mutò il corso della storia dell'Occidente romano: con esso veniva definitivamente vietata ogni manifestazione, sia pubblica che privata, del culto pagano. Era l'epilogo di una lunga lotta che aveva visto contrapporsi, per più di due secoli e mezzo, gli adepti della nuova religione venuta dall'Oriente e i seguaci dei culti Tradizionali romani. Inizia dopo questa data un'altra storia del paganesimo, una storia poco conosciuta e, sino a non molti anni fa, poco indagata dagli studiosi: quella della trasmissione occulta dei culti aviti e dell'antica sapienza. La sopravvivenza in determinati ambienti iniziatici del bagaglio sapienziale romano, sia quello di carattere più propriamente religioso, sia quello riguardante alcuni aspetti fondamentali della più arcaica storia della Penisola, rappresenta uno degli aspetti più enigmatici e al contempo più affascinanti della storia d'Italia. Questo libro si prefigge come obiettivo di analizzare una corrente culturale che alle soglie del ventesimo secolo testimoniò il persistere di questa Tradizione millenaria. Pp. 638+XVI. Sigillo, 2010. Euro 45,00