sabato 23 aprile 2011
domenica 27 marzo 2011
martedì 15 febbraio 2011
Gli archeologi: "Salvate l´antica Cartagine dal cemento"
Gli archeologi: "Salvate l´antica Cartagine dal cemento"
CINZIA DAL MASO
LUNEDÌ, 14 FEBBRAIO 2011 la repubblica - Esteri
L´appello al nuovo governo degli studiosi tunisini contro la speculazione edilizia: "Vengano sequestrate e abbattute le ville costruite intorno al sito da Ben Ali e dal suo clan "
Restituite Cartagine al popolo di Tunisia. Sequestrate immediatamente tutte le proprietà abusive. Bloccate ogni progetto edilizio illegale sul sito dell´antica città. Gli archeologi tunisini non hanno perso tempo e hanno subito lanciato un appello al nuovo governo perché dimostri subito, in concreto, di voler veramente voltare pagina.
A Cartagine l´ex presidente Ben Ali, ora in esilio negli Emirati Arabi, ha costruito la sua residenza, proprio a ridosso dell´area archeologica. Suoi parenti hanno eretto ville tutt´intorno al famosissimo porto anulare punico. Un intero complesso residenziale, Les Résidences de Carthage, ha occupato illegalmente parte dell´area archeologica protetta. Proprio sul luogo che fu patria del grande Annibale e, benché distrutto dai romani, fu poi da loro ricostruito fino a farne uno dei maggiori centri dell´impero. Ma oggi si trova a pochi chilometri da Tunisi, e già negli anni Sessanta era seriamente minacciato dall´espansione edilizia della capitale. Allora però il Ministero della cultura tunisino e l´Unesco seppero tutelarlo, chiamando a scavare archeologi da tutto il mondo, inserendolo nel 1979 nella lista del Patrimonio dell´umanità, e promulgando nel 1985 una legge nazionale di tutela di Cartagine per un´area di 400 ettari.
Tutto ciò parve lettera morta con la presa di potere da parte di Ben Ali. Il presidente tolse la tutela a vaste aree della città, concesse autorizzazioni speciali a costruire in aree protette e non edificabili, trasformò dei palazzi storici in lussuose residenze private. È tutto elencato nella petizione lanciata online da Abdelmajid Ennabli, storico direttore dell´area archeologica. Sta raccogliendo firme da presentare al Ministro della cultura perché renda effettivo un serio piano di protezione per Cartagine. Che gli archeologi hanno già pronto nel cassetto dall´anno 2000, ma Ben Ali ha sempre volutamente ignorato.
domenica 30 gennaio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
Il culto di Asclepio nell'area mediterranea.
Il culto di Asclepio nell'area mediterranea.
Gangemi Editore, 2010.
Gangemi Editore, 2010.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale tenutosi ad Agrigento il 20-22 novembre 2005 sul tema "Il culto di Asclepio nell'area mediterranea", nel quale il fenomeno religioso è stato esaminato, da studiosi italiani e stranieri, nell'ambito di un progetto scientifico che ha coniugato competenze storico-archeologiche e storico-religiose. Il complesso quadro dello sviluppo e della diffusione del culto di Asclepio nel Mediterraneo, la cui consistenza rappresenta un unicum nel panorama religioso greco-romano, è stato analizzato in tutti gli aspetti salienti nel più ampio contesto di analoghi fenomeni religiosi presenti nell'area mediterranea. Nel campo storico-archeologico gli studiosi hanno illustrato i molteplici aspetti del culto di Asclepio nella Grecia continentale, nell'Egeo, nell'Asia Minore, nell'ambiente italico, nel Nord Africa e nella Sicilia, con tutti i problemi aperti di ordine topografico, architettonico, iconografico e cronologico, nonché rituali in connessione con le fonti letterarie ed epigrafiche. Nel campo storico religioso gli studiosi hanno rivolto la loro attenzione alla trattazione delle fonti di particolare significato, degli aspetti iatromantici del culto nel vicino Oriente e in Egitto, e di temi che coinvolgono astrologia, magia e medicina sul piano letterario, filologico e della cultura materiale, sino ai confini del culto tra paganesimo e cristianesimo.
martedì 4 gennaio 2011
Riscoperta la lingua di Giasone
Corriere della Sera 4.1.11
Riscoperta la lingua di Giasone
di Eva Cantarella
La lingua degli Argonauti. Esisterebbe ancora, e sarebbe il dialetto romeyka parlato da una piccola comunità del nord-est della Turchia, in quella che durante l’antica Grecia era la colonia di Pontus. Questa scarna notizia battuta ieri dalle agenzie di stampa evoca immagini fantastiche, che appartengono al patrimonio mitologico che la Grecia ci ha lasciato. Gli Argonauti sono i compagni d’avventura di Giasone (nella foto, scolpito da Thorvaldsen nel 1803), che sulla nave «Argo» partirono alla volta della Colchide per riportare in Grecia il vello d’oro. Discendente di Eolo, dio dei venti, Giasone era figlio di Esone, re della città di Iolco. A compiere l’impresa che gli avrebbe dato gloria eterna era stato costretto: mentre si trovava sul monte Pelio, per essere educato dal centauro Chirone, il regno di suo padre Esone era stato usurpato dal fratellastro Pelia. Ma un giorno Giasone, ormai adulto, torna a Iolco, e l’usurpatore Pelia escogita un piano per sbarazzarsi di lui: gli cederà il trono se riuscirà a riportare in Grecia il vello del prodigioso montone che tempo addietro, dopo essere volato fino alla lontana Colchide, era finito nelle mani del re Aete, figlio del Sole e padre di Medea. L’impresa che Giasone avrebbe dovuto compiere era impossibile. Ma Medea si innamorò di lui, ed essendo maga lo aiutò a uccidere il drago e a recuperare il vello d’oro. Oggi Giasone torna alla ribalta perché il greco da lui parlato sopravvivrebbe in una delle zone dove (quanti millenni or sono?) sarebbe passato l’equipaggio della nave Argo. Anche se, quanto meno a una prima impressione, par di capire che si tratti di un greco più simile a quello della koinè — la lingua parlata in Asia minore a partire del IV secolo a. C. — la notizia regala un’emozione a chiunque ami la Grecia e i suoi miti. Ovviamente, a questo punto la parola passa ai linguisti.
venerdì 24 dicembre 2010
La Città dei Filosofi. Storia di Atene da Marco Aurelio a Giustiniano
La Città dei Filosofi. Storia di Atene da Marco Aurelio a Giustiniano
con Un'Appendice su "'Atene Immaginaria" nella Letteratura Bizantina.
Marco Di Branco
Leo S. Olschki, 2006.
Il lettore non specialista che abbia la curiosità di conoscere le vicende di Atene tardoromana e bizantina deve oggi ancora rivolgersi alla celebre Geschichte der Stadt Athen im Mittelalter di Ferdinand Gregorovius, peraltro mai tradotta in italiano. Eppure negli ultimi anni la ricerca ha fatto registrare enormi progressi, dovuti in larga misura agli scavi dell'agorâ ateniese condotti dall'American School of Athens. Tuttavia è mancato finora un tentativo di approccio globale, che si proponesse di individuare le linee generali della storia economica, politica, culturale e religiosa della città tra II e VI secolo d.C. Con il lavoro che qui si propone si vorrebbe dunque colmare una lacuna negli studî ateniesi, offrendo una sintesi completa su un periodo di particolare interesse per la storia di Atene: in quest'epoca infatti la città fu sede delle grandi scuole sofistiche, nelle quali affluirono studenti da ogni parte dell'impero, e della famosa scuola neoplatonica, dove si elaborarono i fondamenti del pensiero filosofico tardoantico e bizantino; in questi stessi anni, la città-simbolo del paganesimo ellenistico-romano è costretta ad affrontare la nuova realtà del cristianesimo in espansione, e ciò dà origine a interessanti fenomeni sia sul piano più specificamente religioso e filosofico sia su quello politico e sociale. In epoca tardoantica Atene, la città-simbolo del paganesimoellenistico-romano, sede delle grandi scuole sofistiche e della famosa scuolaneoplatonica dove si elaborarono i fondamenti del pensiero filosoficomedievale, è costretta ad affrontare la nuova realtà del cristianesimo inespansione, e ciò dà origine a interessanti fenomeni religiosi, filosoficipolitici e sociali. Questo lavoro offre una sintesi completa su questostraordinario periodo della storia della città. Il volume contiene ancheun'appendice su Atene immaginaria nella letteratura bizantina.
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