E gli archeologi scoprono una tavoletta achea
09-10-13, il Tirreno
Una tabella in bronzo con una lunga dedica votiva che contiene il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia è la principale scoperta archeologica fatta nelle campagne di scavi di Kaulonia dai ricercatori dell'università di Pisa e della Scuola Normale che da 15 anni si avvicendano nel sito archeologico situato in provincia di Reggio Calabria dove hanno riportato lentamente alla luce i resti del santuario di Punta Stilo dell'antica colonia greca.
La tabella di bronzo, spiega una nota dell'ateneo pisano, «è infatti risultata essere un documento unico: pur ridotta in minuti frammenti molto corrosi, dopo il restauro eseguito nel 2013 presso il locale Museo di Monasterace e la successiva applicazione di avanzate tecniche d'indagine presso la Normale, ha rivelato un testo greco del V secolo avanti Cristo, su 18 linee, in alfabeto acheo, con le lettere ordinate regolarmente secondo il sistema di scrittura detto stoichedon».
È una lunga dedica votiva, in gran parte metrica, che menziona tra l'altro l'agorà (la piazza pubblica di ogni città greca, cuore della vita politica e commerciale), una statua e un elenco di divinità di grande interesse per la conoscenza dei culti.
Utilizzando anche innovative tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, come le riprese da drone e le elaborazioni 3D, gli archeologi hanno ricostruito un'immagine pressoché totale del grande complesso magnogreco risalente all'ottavo secolo avanti Cristo.
Le prime hanno permesso di realizzare immagini e filmati ad alta risoluzione utilizzabili sia per la restituzione fotogrammetrica delle emergenze archeologiche, sia per la foto-interpretazione e le letture globali di ampie aree interessate dalle indagini archeologiche, unitamente al contesto generale. Mentre le elaborazioni 3D sono state finalizzate alla ricostruzione e alla modellazione di materiali archeologici e di complessi monumentali, con finalità di ricerca e divulgative. Molte le scoperte che hanno interessato l’area del grande santuario urbano di Kaulonia, con ex voto del VII, VI e V sec. a.C., armi e ceramiche per le azioni rituali, come elmi, scudi, schinieri, spallacci, spade corte, punte di lancia e di freccia, accanto a innumerevoli resti di sacrifici cruenti e di offerte incruente, anche con tracce evidenti di pasti comunitari seguiti dalla deposizione degli strumenti per la macellazione degli animali e per la consumazione delle carni, insieme a quella del vasellame utilizzato durante i vari riti.