Fenice o Phenix
Fenice, uccello favoloso che gli Egizi avevano reso divinità. Lo dipingevano delle dimensioni di un'aquila, con una bella cresta sulla testa, le penne del collo dorate, le altre porporine, la coda bianca, mescolata con piume incarnate, e gli occhi brillanti come stelle. Quando vede avvicinarsi la sua fine, si costruisce un nido di legno e gomme aromatiche, che espone ai raggi del sole, e su cui si consuma. Dalla midolla delle sue ossa nasce un verme, da cui si forma un'altra Fenice. Il primo pensiero del figlio è quello di rendere onori funebri a suo padre; forma con la mirra una massa a forma di uovo, la svuota, vi deposita il corpo unto di mirra e porta questo prezioso fardello ad Eliopoli, nel tempio del Sole. È nelle deserti dell'Arabia che essa nasce, e si prolunga la sua vita fino a cinque, seicento anni. Sui monumenti antichi, è un simbolo comune dell'eternità e, sui moderni, della resurrezione. -
Figlio di Amyntor, re dei Dolopi in Epiro, falsamente accusato da una concubina di suo padre di aver attentato al suo onore, fu accecato, si esiliò volontariamente e venne a cercare rifugio a Ftia, presso Peleo, che lo accolse con gentilezza e lo fece governatore di suo figlio, dopo che Chirone gli aveva restituito la vista. Gli si attribuisce l'invenzione delle
Figlio di Agenore, non avendo trovato sua sorella Europa rapita da Giove, si stabilì in una regione delle coste orientali del Mediterraneo, alla quale diede il suo nome. -4. Capitano greco; uno di quelli a cui fu affidata, dopo la presa di Troia, la custodia dell'enorme bottino raccolto sotto i portici del tempio di Giunone.