lunedì 20 marzo 2023

Specie di spazio: modi di rapportarsi agli dei nel mondo greco e romano

Espèces d’espaces : façons de côtoyer les dieux dans les mondes grec et romain

École française d’Athènes


Specie di spazio: modi di rapportarsi agli dei nel mondo greco e romano


Le società degli dei, notano i curatori di un recente volume sulla rappresentazione del divino nel mondo greco e romano , sono strutture organizzate e gerarchiche, ma instabili, costantemente messe in discussione e riconfigurate. I culti venivano così pensati o modellati, fabbricati o assemblati, a seconda delle circostanze, della storia delle comunità, degli agenti convocati o dei luoghi in cui gli dei erano ancorati. Mille modi di organizzare pantheon multiformi, mille modi di metterli in scena e combinarli nelle città, nei santuari e nei teatri, nelle piazze, e naturalmente mille modi di rendere loro omaggio, di onorarli, e quindi altrettanti modi di farli. I culti di epoca greca e romana erano costantemente in costruzione, costantemente ricostruiti in nome di una tradizione sempre reinventata e trasmessa da riti sempre riformulati: la costruzione e il restauro di altari e templi, così come l'arricchimento degli spazi sacri, costituiscono infine una notevole espressione materiale di questo costante movimento.


Per dare conto di culti in linea con il perpetuo cambiamento delle società umane, le fonti testuali offrono una grande varietà di punti di vista dovuti in particolare alla diversità dei generi letterari e dei processi narrativi impiegati, mostrando, nel corso delle opere e delle iscrizioni, come miti, riti o inni fossero formulati o composti a seconda degli autori, dei luoghi e del tempo. Anche lo studio della cultura materiale è centrale per la ricostruzione dei processi di fabbricazione dei culti antichi, del loro quadro espressivo e delle modalità di azione messe in campo. Gli elementi materiali dei culti, le strutture costruite, le attrezzature, i manufatti e gli ecofatti, hanno svolto un ruolo attivo nell'influenzare le pratiche, i comportamenti, le esperienze sensoriali o emotive, l'organizzazione sociale o le strutture politiche e religiose. Le fonti archeologiche non sono quindi da meno nella comprensione dei fenomeni religiosi, permettendo di esaminare le dinamiche o le strategie di costruzione del divino sulla base delle tracce materiali lasciate dai progettisti e dai partecipanti ai culti. Di fronte alla ricchezza semantica dei generi letterari e dei processi narrativi, l'archeologia offre finalmente una grande varietà di informazioni materiali che hanno un senso e che riguardano almeno tre ambiti: l'architettura e l'organizzazione degli spazi, gli oggetti e i programmi iconografici, nonché le pratiche, non solo rituali, messe in atto nei complessi sacri.




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