La Repubblica 22.12.08
Un team tedesco al lavoro nella Valle dei Re il sito archeologico può svelare altri segreti
Nefertiti. Riparte la caccia alla regina più bella
Gli scavi si svolgono sotto tombe individuate decenni fa
di Andrea Tarquini
BERLINO. Si risveglia, alla vigilia delle feste, la leggenda della bellissima Nefertiti. In riserbo, ma solo fino a ieri quando lo ha rivelato l´edizione domenicale del Frankfurter Allgemeine, un team internazionale di archeologi, guidato da Otto Schaden, ha ripreso da novembre a scavare tra i siti tombali della mitica Valle dei Re a Luxor, in Egitto. Schaden e gli altri ricercatori non si sbilanciano, ma speculazioni, rumors e speranze segrete rilanciano la possibilità di trovare infine il sarcofago o la mummia della splendida regina, moglie del faraone Achenaton. O di altri membri della famiglia che, regnando, introdusse brevemente il monoteismo. Come in un romanzo d´avventure, o in un film di Indiana Jones, ma con pieno rigore scientifico, rinasce la grande ambizione dei contemporanei di ritrovare i resti di quei Grandi di millenni e millenni or sono.
«Io non mi abbandono a speculazioni, noi scaviamo e basta. Speriamo però che la prossima stagione di scavi ci porti a nuove informazioni», dice Otto Schaden. Non si presta alle voci sulla speranza di trovare Nefertiti. All´inizio di gennaio egli tornerà in Egitto per la ripresa dei lavori. Quel che conta è che ha l´appoggio del potentissimo Zahi Hawass, il direttore del Supreme council of antiquities, cioè l´authority egiziana per il patrimonio artistico dell´antichità. E´ a Schaden stesso che si deve la scoperta, nel 2006, del sito tombale KV 63. Individuato per caso, come molti altri. Gli scavi ora ripresi si svolgono sotto tombe già individuate decenni fa.
La valle dei re è sempre stata piena di sorprese sensazionali. Nel 1912, Theodore Davis disse «ho la sensazione che ormai abbiamo trovato tutto scavando nella valle», ma appena dieci anni dopo l´archeologo britannico Howard Carter lo smentì, trovando la famosa tomba del faraone Tutankhamon. Il colpo di scena si ripeterà oggi? «E´ ragionevole aspettarsi nuove scoperte», afferma Otto Schaden.
E´ da millenni che la Valle dei Re appassiona, affascina e incuriosisce. Invano i faraoni la progettarono, sperando di riposare in pace nelle loro misteriose tombe sotterranee. Già nel 25 avanti Cristo lo storico e geografo Strabone descrisse la Valle come «un luogo con almeno quaranta cripte reali scavate nelle rocce, che vale la pena visitare». Le tombe erano undici-tredici secoli più vecchie di lui, molti ladri, i tombaroli dell´epoca, ne avevano già saccheggiate alcune.
La leggenda più affascinante resta quella di Nefertiti. Della splendida regina ci resta oggi solo il famoso busto, custodito nel Museo di Berlino. Una delle più belle immagini femminili nell´arte, da quando il genere umano esiste. La meravigliosa Nefertiti era moglie di Akhenaton, il faraone che decise di abolire il mondo politeista dell´antica religione egiziana e impose d´autorità il primo culto monoteista, quello del dio solare Aton. La scelta non piacque a molti. Tutankhamon, considerato probabile figlio di Akhenaton, salì sul trono ad appena nove anni, qualche tempo dopo la morte di Akhenaton, e sotto il suo regno il politeismo fu restaurato.
Ma dove sono oggi i resti di Nefertiti, o di Ankesenpaaton, la figlia di Akhenaton? La caccia è in corso da secoli. Nel 1827 il britannico John G. Wilkinson catalogò i siti tombali, enumerandoli come "KV" (dalle iniziali di Kings´Valley, valle dei re, appunto) più un numero. Nel 1922, Carter scoprì Tutankhamon. Nel 1995 un team guidato da Kent Weeks trovò le presunte mummie di figli di Ramsete II: La scoperta del sito KV 63 è cominciata scavando e trovando i resti di umili capanne degli operai o schiavi che costruirono le tombe. Poi, sotto, sono stati trovati i sarcofagi vuoti. Forse, si pensa da tempo, le sepolture di Akhenaton e della sua famiglia furono traslate altrove dopo il ripristino del politeismo. Il potente Zahi Hawass, che in un primo tempo non ne voleva sapere di nuovi scavi, ha infine dato il suo accordo. E la rincorsa della leggenda ricomincia, laggiù nella Valle dei Re.
Un team tedesco al lavoro nella Valle dei Re il sito archeologico può svelare altri segreti
Nefertiti. Riparte la caccia alla regina più bella
Gli scavi si svolgono sotto tombe individuate decenni fa
di Andrea Tarquini
BERLINO. Si risveglia, alla vigilia delle feste, la leggenda della bellissima Nefertiti. In riserbo, ma solo fino a ieri quando lo ha rivelato l´edizione domenicale del Frankfurter Allgemeine, un team internazionale di archeologi, guidato da Otto Schaden, ha ripreso da novembre a scavare tra i siti tombali della mitica Valle dei Re a Luxor, in Egitto. Schaden e gli altri ricercatori non si sbilanciano, ma speculazioni, rumors e speranze segrete rilanciano la possibilità di trovare infine il sarcofago o la mummia della splendida regina, moglie del faraone Achenaton. O di altri membri della famiglia che, regnando, introdusse brevemente il monoteismo. Come in un romanzo d´avventure, o in un film di Indiana Jones, ma con pieno rigore scientifico, rinasce la grande ambizione dei contemporanei di ritrovare i resti di quei Grandi di millenni e millenni or sono.
«Io non mi abbandono a speculazioni, noi scaviamo e basta. Speriamo però che la prossima stagione di scavi ci porti a nuove informazioni», dice Otto Schaden. Non si presta alle voci sulla speranza di trovare Nefertiti. All´inizio di gennaio egli tornerà in Egitto per la ripresa dei lavori. Quel che conta è che ha l´appoggio del potentissimo Zahi Hawass, il direttore del Supreme council of antiquities, cioè l´authority egiziana per il patrimonio artistico dell´antichità. E´ a Schaden stesso che si deve la scoperta, nel 2006, del sito tombale KV 63. Individuato per caso, come molti altri. Gli scavi ora ripresi si svolgono sotto tombe già individuate decenni fa.
La valle dei re è sempre stata piena di sorprese sensazionali. Nel 1912, Theodore Davis disse «ho la sensazione che ormai abbiamo trovato tutto scavando nella valle», ma appena dieci anni dopo l´archeologo britannico Howard Carter lo smentì, trovando la famosa tomba del faraone Tutankhamon. Il colpo di scena si ripeterà oggi? «E´ ragionevole aspettarsi nuove scoperte», afferma Otto Schaden.
E´ da millenni che la Valle dei Re appassiona, affascina e incuriosisce. Invano i faraoni la progettarono, sperando di riposare in pace nelle loro misteriose tombe sotterranee. Già nel 25 avanti Cristo lo storico e geografo Strabone descrisse la Valle come «un luogo con almeno quaranta cripte reali scavate nelle rocce, che vale la pena visitare». Le tombe erano undici-tredici secoli più vecchie di lui, molti ladri, i tombaroli dell´epoca, ne avevano già saccheggiate alcune.
La leggenda più affascinante resta quella di Nefertiti. Della splendida regina ci resta oggi solo il famoso busto, custodito nel Museo di Berlino. Una delle più belle immagini femminili nell´arte, da quando il genere umano esiste. La meravigliosa Nefertiti era moglie di Akhenaton, il faraone che decise di abolire il mondo politeista dell´antica religione egiziana e impose d´autorità il primo culto monoteista, quello del dio solare Aton. La scelta non piacque a molti. Tutankhamon, considerato probabile figlio di Akhenaton, salì sul trono ad appena nove anni, qualche tempo dopo la morte di Akhenaton, e sotto il suo regno il politeismo fu restaurato.
Ma dove sono oggi i resti di Nefertiti, o di Ankesenpaaton, la figlia di Akhenaton? La caccia è in corso da secoli. Nel 1827 il britannico John G. Wilkinson catalogò i siti tombali, enumerandoli come "KV" (dalle iniziali di Kings´Valley, valle dei re, appunto) più un numero. Nel 1922, Carter scoprì Tutankhamon. Nel 1995 un team guidato da Kent Weeks trovò le presunte mummie di figli di Ramsete II: La scoperta del sito KV 63 è cominciata scavando e trovando i resti di umili capanne degli operai o schiavi che costruirono le tombe. Poi, sotto, sono stati trovati i sarcofagi vuoti. Forse, si pensa da tempo, le sepolture di Akhenaton e della sua famiglia furono traslate altrove dopo il ripristino del politeismo. Il potente Zahi Hawass, che in un primo tempo non ne voleva sapere di nuovi scavi, ha infine dato il suo accordo. E la rincorsa della leggenda ricomincia, laggiù nella Valle dei Re.